di Sebastiano A. Patanè-Ferro

domenica 7 agosto 2011

Anila Resuli - Poesie



“sostieni la mia pelle sulla tua bocca e fanne
un ramo come un osso d’albero che si lacera
e si trattiene;”



Con questi versi, da “Petali vorticanti”, ho scoperto, qualche anno fa, Anila Resuli e subito 
l’ho eletta a idolo tra i pochi che mi circondano come i megaliti di Stonehenge ed io 
in centro a lasciarmi impregnare di  emanazioni poetiche. Leggere la Resuli è fluire dentro 
lei stessa e le cose che assorbe, uno scorrere assieme a quella linfa poetica, nei minimi 
anfratti del suo sentire ed è sorprendente, poi, scoprire di far parte, in quella universalità 
di cui è piena la sua poesia, del contesto, della storia, del pensiero. Leggerezza e senso 
spinti ad elevata potenza lirica, farfalle di enorme peso poetico sono i versi della Resuli, 
impiantati su una solida struttura lessico-musicale, che reggono magnificamente 
il peso delle argomentazioni sia nella costruzione, che nella ampiezza. 
La consapevolezza artistica e linguistica di questa autrice la innalza in una posizione di 
gran rispetto nel panorama poetico attuale, oltre alla scrittura, anche per l’impegno che 
assume per la diffusione della poesia a largo raggio, gestisce, infatti, la “Clepsydra edizioni”, 
ed uno dei più autorevoli blog del web quale “Poesia 2.0”.


"l'io in calce" è un blog di Anila Resuli 





per via di una sola bocca è resa acqua
la pelle, morbida e bambina, fila
singola: dietro, misto ai gravidi grembi,
occhi, tolta aria dentro la pupilla
breve – mi canti, nel colore flesso
nella schiuma chiara, dove nascita
recano le parole dette, prima
di partire. non resti più mio padre:
togli quella parte che riconosco
tingi l'albume di scuro e non vedo
trascinare più l'acqua, più non vedo
un corpo denso dove aggrapparsi era
un gioco a mosca cieca, un porsi alto,
chiodo a chiodo una parete caduta
come memoria. devi ricordare
perché io dimentichi i volti, pianti
che nego nei sogni, quand'è mattina.

(da "camera 147")




parlami di quello che eri e che vuoi dire,
come fosse una bugia per sentirmi diversa.
così fanno gli innamorati distratti sotto i pioppi
che correggono il fiume, prima che passi.
non sono nuova, se non nel volto.
dimmi dunque, prima che l’assenza si muova
continua, dov’è il pianto del tuo distacco
e dov’è la luce tra i solchi che prendono fiato.

*

è dunque questa la solitudine: i tuoi occhi
a guardarmi appesa alla sedia, con dietro una croce
al muro, per ricordarci com’eravamo silenziosi,
nel nome delle nostre idee,
contaminate dal buio.    

(da “Singole metà”)




la forma è sempre uguale – l’edera che scorre
sul muro e ne fa un manto grigio dove sospendere
tratti – la parete curva con l’occhio l’andirivieni
delle estive memorie, dov’eravamo leggiadri
a scambiare aquiloni – giovani si diceva allora
il dettaglio sta nelle minime rimembranze.
è così il peso dei nostri denti, intarsiati
di calchi perfetti di solitudine.

*

e tutta la notte, spiegami, come una ragnatela
segue una sola vittima, un solo corpo a cui
appartenere: io oggi mi rinnego e domani mi voglio
tutta, tutta un gambo corto d’una magnolia,
tutta una pianta senza radice come la mia ombra;
l’ornamento spesso si spiega al punto di cancellarsi
con l’orma appesa all’esile stelo, che sia di morte o vita.

*

avessi mani abbastanza per raccogliere tutte
le teste che mi tengo addosso, tutte le gambe
e le dita, le vene asciutte con l’interno cavo
e vuoto, avrei tempo allora per l’amore,
il nascere e il morire senza darmi pena.

(da “Petali vorticanti”)




le nostre cose parlano –
la casa, la sveglia, la luce che sfoca
sulle mensole tutte in fila a reggere zampe
e specchi – ascoltassi appena,
sapresti certo, sapresti dove muta il mio pensiero
prima del risveglio; prima che divenga
nuovamente sera.

(da “Ombre silenti”)


3 commenti:

Anila Resuli ha detto...

Ma ma... Grazie!!!! Leggo solo adesso questo post perché nelle ultime due settimane ho toccato il
Macbook il minimo indispensabile...
Grazie davvero per le tue parole! La mia poesia è in continuo divenire e non saprei nemmeno io farle un volto preciso. Il fatto che l'apprezzi mi riempie di gioia.
Un abbraccio e tanta stima,
Anila

Sebastiano A. ha detto...

Grazie a te Anila per la tua presenza poetica nella mia vita. La poesia deve essere in continuo divenire altrimenti sarebbe parola stagnante e, mi ci metto pure io, non è da noi!!!

daniela ha detto...

la scrittura di Anila è l'unica che bevo come acqua limpida, quel filo che scorre continuo e rende infiniti gli spazi piccolissimi