“sostieni la mia pelle sulla tua bocca e fanne
un ramo come un osso d’albero che si lacera
un ramo come un osso d’albero che si lacera
e si trattiene;”
Con questi versi, da “Petali vorticanti”, ho scoperto, qualche anno fa, Anila Resuli e subito
l’ho eletta a idolo tra i pochi che mi circondano come i megaliti di Stonehenge ed io
in centro a lasciarmi impregnare di emanazioni poetiche. Leggere la Resuli è fluire dentro
lei stessa e le cose che assorbe, uno scorrere assieme a quella linfa poetica, nei minimi
anfratti del suo sentire ed è sorprendente, poi, scoprire di far parte, in quella universalità
di cui è piena la sua poesia, del contesto, della storia, del pensiero. Leggerezza e senso
spinti ad elevata potenza lirica, farfalle di enorme peso poetico sono i versi della Resuli,
impiantati su una solida struttura lessico-musicale, che reggono magnificamente
il peso delle argomentazioni sia nella costruzione, che nella ampiezza.
La consapevolezza artistica e linguistica di questa autrice la innalza in una posizione di
gran rispetto nel panorama poetico attuale, oltre alla scrittura, anche per l’impegno che
assume per la diffusione della poesia a largo raggio, gestisce, infatti, la “Clepsydra edizioni”,
ed uno dei più autorevoli blog del web quale “Poesia 2.0”.
"l'io in calce" è un blog di Anila Resuli
l’ho eletta a idolo tra i pochi che mi circondano come i megaliti di Stonehenge ed io
in centro a lasciarmi impregnare di emanazioni poetiche. Leggere la Resuli è fluire dentro
lei stessa e le cose che assorbe, uno scorrere assieme a quella linfa poetica, nei minimi
anfratti del suo sentire ed è sorprendente, poi, scoprire di far parte, in quella universalità
di cui è piena la sua poesia, del contesto, della storia, del pensiero. Leggerezza e senso
spinti ad elevata potenza lirica, farfalle di enorme peso poetico sono i versi della Resuli,
impiantati su una solida struttura lessico-musicale, che reggono magnificamente
il peso delle argomentazioni sia nella costruzione, che nella ampiezza.
La consapevolezza artistica e linguistica di questa autrice la innalza in una posizione di
gran rispetto nel panorama poetico attuale, oltre alla scrittura, anche per l’impegno che
assume per la diffusione della poesia a largo raggio, gestisce, infatti, la “Clepsydra edizioni”,
ed uno dei più autorevoli blog del web quale “Poesia 2.0”.
"l'io in calce" è un blog di Anila Resuli
per via di una sola bocca è resa acqua
la pelle, morbida e bambina, fila
singola: dietro, misto ai gravidi grembi,
occhi, tolta aria dentro la pupilla
breve – mi canti, nel colore flesso
nella schiuma chiara, dove nascita
recano le parole dette, prima
di partire. non resti più mio padre:
togli quella parte che riconosco
tingi l'albume di scuro e non vedo
trascinare più l'acqua, più non vedo
un corpo denso dove aggrapparsi era
un gioco a mosca cieca, un porsi alto,
chiodo a chiodo una parete caduta
come memoria. devi ricordare
perché io dimentichi i volti, pianti
che nego nei sogni, quand'è mattina.
parlami di quello che eri e che vuoi dire,
come fosse una bugia per sentirmi diversa.
così fanno gli innamorati distratti sotto i pioppi
che correggono il fiume, prima che passi.
non sono nuova, se non nel volto.
dimmi dunque, prima che l’assenza si muova
continua, dov’è il pianto del tuo distacco
e dov’è la luce tra i solchi che prendono fiato.
*
è dunque questa la solitudine: i tuoi occhi
a guardarmi appesa alla sedia, con dietro una croce
al muro, per ricordarci com’eravamo silenziosi,
nel nome delle nostre idee,
contaminate dal buio.
(da “Singole metà”)
la forma è sempre uguale – l’edera che scorre
sul muro e ne fa un manto grigio dove sospendere
tratti – la parete curva con l’occhio l’andirivieni
delle estive memorie, dov’eravamo leggiadri
a scambiare aquiloni – giovani si diceva allora –
il dettaglio sta nelle minime rimembranze.
è così il peso dei nostri denti, intarsiati
di calchi perfetti di solitudine.
*
e tutta la notte, spiegami, come una ragnatela
segue una sola vittima, un solo corpo a cui
appartenere: io oggi mi rinnego e domani mi voglio
tutta, tutta un gambo corto d’una magnolia,
tutta una pianta senza radice come la mia ombra;
l’ornamento spesso si spiega al punto di cancellarsi
con l’orma appesa all’esile stelo, che sia di morte o vita.
*
avessi mani abbastanza per raccogliere tutte
le teste che mi tengo addosso, tutte le gambe
e le dita, le vene asciutte con l’interno cavo
e vuoto, avrei tempo allora per l’amore,
il nascere e il morire senza darmi pena.
(da “Petali vorticanti”)
le nostre cose parlano –
la casa, la sveglia, la luce che sfoca
sulle mensole tutte in fila a reggere zampe
e specchi – ascoltassi appena,
sapresti certo, sapresti dove muta il mio pensiero
prima del risveglio; prima che divenga
nuovamente sera.
(da “Ombre silenti”)
3 commenti:
Ma ma... Grazie!!!! Leggo solo adesso questo post perché nelle ultime due settimane ho toccato il
Macbook il minimo indispensabile...
Grazie davvero per le tue parole! La mia poesia è in continuo divenire e non saprei nemmeno io farle un volto preciso. Il fatto che l'apprezzi mi riempie di gioia.
Un abbraccio e tanta stima,
Anila
Grazie a te Anila per la tua presenza poetica nella mia vita. La poesia deve essere in continuo divenire altrimenti sarebbe parola stagnante e, mi ci metto pure io, non è da noi!!!
la scrittura di Anila è l'unica che bevo come acqua limpida, quel filo che scorre continuo e rende infiniti gli spazi piccolissimi
Posta un commento