di Sebastiano A. Patanè-Ferro

domenica 31 luglio 2011

Una poesia di Iole Toini

Grande voce di acuto sentire ed enorme capacità di tras-mettere nuove connessioni ad ogni
senso ad ogni cosa non fisica che esiste in noi ed anche la materia, infine, ne rimane invasa.
Iole Toini, nella sua estensione, assorbe ogni grido o sussurro che sia, con un gesto soltanto
e con lo stesso gesto ce lo rimanda in forma di canto e di passione e, verso dopo verso, ci
include e ci lascia appartenere alla sua poesia.
Seguire i suoi ritmi non è nemmeno camminare, ma volare sulla portanza delle sue parole,
sulle ascensioni che riesce a creare, permettendoci di planare sul filo della poetica e di spaziare
in evoluzioni ora larghissime ora quasi in stallo per poi farci penetrare nei suoi suoni con
discese in avvitamenti sensoriali fino a fonderci con la stessa parola.


Nel rosso

appena prima

prima

nell’immobile rosso

del battito

nel momento

......................---ora

delle forze tese alla forma

......................---ora

che il sangue procede

senza inciampo

senza inseguimento


ora, la rosa.


Si riconosce, in questa poesia, l’equidistanza tra l’interiore ed il tutt’intorno, in uno spazio sospeso,
proprio li nell’immobilità del rosso o, sarebbe meglio dire dei rossi, quelli che si muovono dentro
di noi in un fluire peristaltico, quindi , diciamo, forzato e quelli apparentemente statici (che a volte combaciano) dell’esterno cosi volubilmente immutabile. Non è facile che queste due dimensioni
comunque dinamiche combacino fra loro, ma qui, la Toini, eliminati tutti i parametri, li pone sulle
stesso piano con grandissima professionalità.
Belli i versi, bella la sintesi denudata, bella la forma (che sembra presa nella gravitazione di quelle
“forze tese verso la forma”) che quasi muta di significanze ad ogni lettura come se riformata continuamente dagli stati d’animo.
La dimensione è quella presente dove, le forze ( ovvero le forme, ) si incontrano, coincidono, fanno stasi e movimento. Come se tutta la tensione verso o la memoria di non avesse che unico compimento nell'ora qui.
E' una circolarità di moto che produce il suo esatto contrario. Il nostro viaggio verso noi.” Scrive Iole Toini, ed è proprio in quel moto circolare senza direzione predefinita che si sviluppa l’emanazione che trasforma le parole in sublimato del gesto quotidiano.
Infatti, in questa dimensione, il qui e l'adesso assumono posizioni relative ai nostri sentimenti. Lo scorrere, il fluire, l'inciampare (eventualmente) appartengono ad un momento a volte statico altre no. Ne risulta un interiore andirivieni emozionale, un piccolo caos che inevitabilmente tende le corde animali fino alla rottura per sfociare dall’ipogeo e raggiungere la forma della “rosa”, per dirla con Nietzsche.


Iole Toini  -  http://alveare.splinder.com/

Nessun commento: