di Sebastiano A. Patanè-Ferro

sabato 30 luglio 2011

Rosaria Di Donato

Lustrante d’acqua – Nota di Giovanni Dino
articolo uscito su Bagheria Sette n° 449 del 26 Giugno 2011


Lustrante d’acqua, Rosaria Di Donato, Genesi Editrice, TO, 2008, pagg. 66


Rosaria Di Donato scrive poesie da molti anni. Ha già pubblicato diverse opere poetiche ed è anche una attiva collaboratrice di diverse testate letterarie. Una donna dinamica, attiva a contatto continuo coi giovani per via della scuola dove insegna ma anche col mondo maturo per via delle sue attività culturali. “nelle mani dei bambini/ la preghiera del mondo” pag. 16.
La poesia che l’Autrice scrive nei suoi versi viene da un mondo vissuto, non sono forzature mentali o frutto di un ampolloso gioco retorico, ma è sangue dalle esperienze dirette col mondo che frequenta. In Lustrante d’acqua ci accostiamo a una poesia pulita, scarna ed essenziale, ma ricca di musicalità e ritmo. In molti casi troviamo una poesia lapidaria e aforistica. Una poesia che si domanda e che mira a ottenere risposte. Una poesia libera e liberante che si allontana da scatole ermetiche o lirismi comuni, una poesia solare, frizzante e incisiva anche se non mancano parentesi di lirismo o annotazioni di francescana visione del bello e del buono. La totale mancanza di punteggiatura, che Rosaria Di Donato ha scelto di omettere e le maiuscole volutamente dissacrate sembrano dare un’aria nuova ai versi i quali par trovare lontane simpatie nella poesia futurista.
Una poesia civile e di impegno umanitario troviamo in Lustrante d’acqua ma anche una poesia spirituale che cerca consolazioni e stimoli in chiare manifestazioni al mondo dell’anima. Molto presente il Divino nella poesia della Nostra autrice. “L’uomo che non prega mai, non avverte il sentimento di alzare gli occhi e il cuore ad altre direzioni, al di sopra di sé stesso” scriveva in un suo saggio padre Silvano Troncarelli ed il poeta credente vede con gli occhi della fede i fatti della vita e li estrinseca con la visione dello spirito e della poesia, virtù non permesse ai molti. “costa fatica la poesia/ fatica d’essere/ fatica d’esistere ogni giorno/ rannicchiati alla vita/ sospinti dall’inquieto sentire/ illuminati da una luce/che altri non vedono/ eppure c’è…. ” da pag. 34.
Rosaria Di Donato ha il dono di fare una poesie delicata, con versi teneri e cristallini, ma capaci di suscitare forti emozioni. Le sue esplorazioni vanno molto in profondo, dove l’umano ed il divino sono sempre partecipi nella sua visione di poeta. La sua poesia non è sognatrice né idealista ma è pura materia che nasce dal vivo rapporto col quotidiano. “la cronaca non aiuta a vivere/ altro ci vuole” da pag. 23.
Infatti non perde mai d’occhio attimi di illuminazione o il raccontare folgorazioni spirituali o emozioni e tensioni che la scuotono che lei mette bene in risalto nelle sue poesie, tenendo sempre un tono di riflessione. Sopravvive nelle sue poesie un’amorevole voglia di lasciare significati e buoni propositi e questo senso viene dilatato sia dall’ufficio di poeta che dalla sua professione di insegnante
“se la guerra genera altra guerra/ chi erediterà il mondo// nessuno nessuno/ niente sopravviverà/ solo il cielo resterà/ immobile a fissare/ le macerie ” da Pag. 19.
“perché incontriamo le tenebre/ perché/ perché il muro ci separa/ perché l’azzurro non ci invade l’anima/ del suo peregrinare stanca/ perché il procedere costa fatica/ ed il compenso è scarso/ perché” da pag. 41
Molto bella e significativa la poesia al Padre Nostro, resa teologicamente nuova e luminosa con i colori della sua fede: “padre nostro che sei nei cuori/ rendici santi grazie al tuo nome/ fa che possiamo entrare nel tuo regno/ la tua volontà sua con noi/ ovunque e per sempre/ sii il nostro cibo quotidiano/ perdona le nostre mancanze/ affinché noi perdoniamo / quelle altrui/ rendici forti contro il male / immuni dalla tentazione/ liberi di pregare/ amen ” da pag. 29

Giovanni Dino




Lustrante d’acqua


Riaccedere a ciò che ci è stato tolto
vuol dire avere le possibilità
non negate dell’ancora
avere il tempo svincolato da ipoteche
il sorriso intriso di attese
che l’anima desta schiude
al pensiero di nuovo infinito

sospeso tra orizzonti
lustrante d’acqua il mondo
rinato dal diluvio
accolto con battito d’ali
fluttuante al tatto e reso vivo
da un sonante disegno di colori
manto avvolgente profili stagliati

all’orizzonte assurti
monti protesi-volti
cime innevate maestose
raccolte al chiarore del giorno
come gocce di rugiada su un fiore
corolla di fresco mattino
dischiusa al nascente tepore



scrittura


come morta benedico
questo campo di grano
ne raccolgo le spighe

come morta cammino nei giorni
ne scopro la finzione

come morta
aspetto
una luce più chiara

ma non so
da dove possa arrivare



hina


hina ventisette coltellate
al petto e al volto
chi lo decise
chi imbastì il tranello
caina attende
i folli traditori
caina è qui
non-luogo poetico
è l’inferno del mondo
in cui viviamo
hina ventisette coltellate
al petto e al volto


Rosaria Di Donato è presente su "Le vie poetiche"

2 commenti:

Sebastiano A. ha detto...

Anche se con ritardo Rosaria cara, ma certamente con tantissimo piacere.
Bell'articolo davvero!
Sebastiano

Anonimo ha detto...

Grazie Sebastiano, sei molto gentile!
Nella poesia e nell'amicizia non esiste il ritardo: sono valori eterni!

Un abbraccio e Buona estate,

Rosaria