Ho sempre creduto che la poesia, nel suo stato naturale che è quello di energia, possa sollecitare notevolmente le barriere che impediscono l’interazione tra il pensiero e l’esteso, fino a disgregarle temporaneamente.
Ecco, quindi, che nasce una necessità, un’urgenza metafisica che separi le due posizioni essenziali che, altrimenti, confluirebbero inevitabilmente nella confusione.
Si tenta, allora, di creare trincee, muri, paratie, e ognuno si affida anche all’istinto, Mariangela Ruggiu, in vece, crea il velo opaco.
Questo discorso nasce da alcune riflessioni della stessa autrice che in diversi occasioni ci siamo ritrovati a considerare, riflessioni che poi hanno trovato il culmine in questo libro.
“La poesia” dice Mariangela Ruggiu, “è in grado di impregnare la parola di quella magia che la trasforma in un concetto profondo comprensibile solo all’anima”.
Anima quindi mente, cioè, la parte concettuale della parola, elevata a poesia, ritorna alla mente e da lì si diffonde. Ecco perché il velo, non un muro, ma un filtro che lascia passare l’essenza separandola dalla fisicità senza escluderla.
Le parole si muovono in una danza, direi ancestrale, che arriva sino alla commozione, e vanno e tornano, cangianti di colori e toni, con sempre più profondità recondite, dal nucleo dell’intera area semantica e le sue innumerevoli chiavi che permettono di penetrare la parte finale di quel pensiero nuragico, che innalza e racchiude, proteggendo la magia
sopporta appena il mormorio dell’acqua”
leggo a pag 38 e mi fermo diversi minuti a chiedermi se davvero è così, se il tumulto interiore che tenta di sconvolgere l’atto cogitante, davvero, non raggiunge il suo scopo, poi capisco che solo la consapevolezza del sé poetico può escluderlo, e che la signora Ruggiu è una poetessa consapevole non tanto della sua poesia, ma della poesia e del mormorio dell’acqua che per me ha la stessa valenza del piccolo vento delle edere di Lorca che solo andando a Granada si può percepire interamente.
“la poesia che vorrei scrivere non la so scrivere”
A me arriva così: bellezza e magia.
certi giorni pesano sugli occhi
come se l'aria fosse di pietra
non vedere tutto questo male dispiegato
la parola vera sotto la polvere
uomini che si sciolgono in pozze di fango
questo salire senza ascesa
questo ridere senza allegria
la perfezione dell'acqua, il fiato degli alberi
la tua parola d'amore
spogliarsi della paura
e lasciare le scarpe appaiate
dietro l'uscio
tutte le poesie scritte, i libri
parole di rivolta
queste mura di carne venduta
questa storia incagliata
il potere ha ucciso ogni uomo
pane per la fame
zucchero per la dolcezza
spade per la guerra
dove la polvere si posa
e il vociare non arriva
o è appena un mormorio
non c'è traguardo con premio di medaglia
sopporta appena il mormorio dell'acqua
non chiedano segni quotidiani di presenza
sempre più spesso per perdermi nelle dissolvenze
iniziarono in due ad uccidersi, ora moltiplichiamo
l'odio miliardi di volte, contiamo le croci nei muri appese
si riempirebbe il cielo di ritorni
invece solo l'autunno si riempie di voli
che passi il gelo
Mariangela Ruggiu è
nata e vive in Sardegna, ha fatto studi classici, mentre, per gli studi
universitari, ha scelto la facoltà di Scienze Agrarie, ma sempre facendo spazio
alla poesia, anche se a un certo punto della sua vita ha scelto di smettere di
scrivere riprendendo casualmente, solo alcuni anni fa, in seguito alla
pubblicazione delle sue poesie giovanili nel libro “Amori soli”, pubblicato nel
2010 con la casa editrice Albatros.
Questa esperienza è
stata motivo di una nuova ricerca poetica che l’ha portata a nuove, più mature
e consapevoli pubblicazioni: nel 2012 “Versi @ versi” per Rupe Mutevole, nel
2013 nell’antologia “Scelte vincenti”, della silloge “Mi hai lasciato uno
scrigno di parole” per la Casa Editrice Fara Editore e nel 2014 per lo stesso editore,
nell’antologia “Opere scelte” è stata pubblicata la silloge “Amore integro”.
Nel 2015, nell’antologia “Sulla carta del tempo” è stata pubblicata la silloge
“Resta anche domani, faremo passare la notte”, per Terra d’ulivi edizioni.
Nel 2016 sempre con
Terra d’ulivi edizioni ha pubblicato “Il Viaggio”, che ha vinto il secondo
premio al concorso “Premio Letterario Internazionale Città di Sassari”, mentre
nel 2017, nella successiva edizione dello stesso Premio, una sua poesia
inedita, “Che ne sarà di questo amore domani”, ha vinto il primo premio per la
sezione inediti. Nel 2018, ancora con Terra d’ulivi edizioni ha pubblicato “Il
suono del grano”, che è stato premiato dalla giuria delle scuole nel “premio
letterario Internazionale Città di Sassari” del 2019. Nel 2020, sempre con
Terra d’ulivi editore, viene pubblicato
Il velo opaco.
per ordinare il libro:
Nessun commento:
Posta un commento