I comandamenti dell’infanta
Alessia D’Errigo non si limita a descrivere pensieri e sensazioni, va oltre la scrittura e la rende “visiva” con il gesto che traspare in ogni verso. La sua poesia è, soprattutto, movimento, corpo che parla oltre le parole; sono mani che si intreccino, piedi che battono…
Alessia D’Errigo non si limita a descrivere pensieri e sensazioni, va oltre la scrittura e la rende “visiva” con il gesto che traspare in ogni verso. La sua poesia è, soprattutto, movimento, corpo che parla oltre le parole; sono mani che si intreccino, piedi che battono…
In questo testo di grande
bellezza ed eleganza quello che risalta con maggior forza è la necessità del
dire senza mezze misure, un dire che non è di propria appartenenza ma
universalizzato attraverso la preghiera/denuncia per un uomo che va
dis-perdendosi
allontanatevi dall'ipocrisia - guardate:
la terra è vergine tra le costole
La richiesta di lealtà e
sincerità al sé profondo, a quella parte veramente “umana” che
tenacemente resiste, che mette la pietà prima di ogni esigenza e la preghiera
come intervento efficace per alleviare il dolore della distruzione dei valori
fondamentali. è una espressione di grande attaccamento alla terra, alla natura
che, comunque, ci segue come una madre ed in quanto madre non si può tradire.
Alessia D’Errigo soffre questa poesia e ne fa una croce.
Alessia D’Errigo soffre questa poesia e ne fa una croce.
ANTEFATTO:
ho smesso di scrivere dettagli
l'imbocco con cucchiaini vuoti
lo lascio ai dementi
a chi ama crogiolarsi in
chiacchierii
I
io dissemino sperperi di albe
tuorli del cuore
come sassi salati e ingombranti
che occupano le tasche dei
sognatori
ed esco dal guscio liscia e umida
come appena nata
posizionandomi tra le braccia di
dio
II
(è a volerlo, il male, che si
finisce per averlo)
III
allontanatevi dall'ipocrisia
- guardate:
la terra è vergine tra le costole
è di carta trasparente il calco
del cielo
confluisce appena la pena
il richiamo irrigidito della
morte
IV
ho presupposto aspettative cieche
ho aspettato divaricata alle
pendici del mondo
ho arso pezzi crudeli d'oblio
avvicinandomi appena alla pietà
che spetta ai morti
ho perso
(ma tu non ridere)
V
donami la tua unghia
è tutto ciò che veramente ha
asportato lembi di cuore
VI
su questa terra
(trogolo di nervi)
lascio lo specchio dei sensi
a ritroso
per permettere all'ultimo di voi
di essere in me
VII
ecco che nel futuro incerto
la natura spinge il suo sasso
lasciando sferici cerchi
all'infinito
(siate lo schianto)
VIII
per questo svago
dove la notte raccoglie trecce
d'addio
cingete lievi il passaggio
verticale di un angelo
dimenticando (immemore)
dimenticando (in memore)
dimenticando
IX
in voi si racchiude il sapere
apritevi al varco
quando l'io tenderà ad assurgere
X
trasfondimi dio
purché quell'io possa amarti
PREGHIERA:
osannare nature impure
del loro mare vergine
(sia sempre gloria)
come gloria sia
l'eremo del mio oblio
cantuccio di pene sensibili
varco di stelle in caduta
purché io cada
purché senta
e pronunci ancora il nome mio
osanna
dai pascoli bianchi
osanna
ritrovi la via
cerchio e fionde
congiungano
il braccio di spine
all'occhio di grano
cerchio e fionde
e sia...
3 commenti:
Una Poesia meravigliosa che occupa tantissimo spazio e si dilata fino ad arrivare al Cielo. Complimenti sinceri all'autrice e un grazie a Sebastiano per la proposta.
Federica Galetto
Concordo con Federica . Una gan bella poesia .
Grazie a Sebastiano .
Ah Alessia..." donami la tua unghia
è tutto ciò che veramente ha asportato lembi di cuore " " dove la notte raccoglie trecce d'addio " Mi trastullo, stasera, nell'adagiarmi sugli splendidi versi che leggo in te ed in questo stupendo angolo creato dall'amico Sebastiano. Sempre stupendo leggerti, cara Alessia. Aita Carla
Posta un commento