di Sebastiano A. Patanè-Ferro

sabato 30 luglio 2011

Lucianna Argentino

Le stanze inquiete


C’è una perforazione introspettiva non invasiva in questo lavoro di Lucianna Argentino, un lavoro di paziente tessitura di elementi che distinguono una persona dall’altra anche quando si parla di particolari apparentemente insignificanti. L'osservazione come punto di partenza e l’obiettivo ricevere e decodificare i “messaggi” lasciano apprezzare maggiormente questa analisi dell’uomo comune, quello che va a fare la spesa e dice la sua, senza nessuna voglia di prevalenza, anzi, con l’umiltà di chi si confida, senza nascondere nessuna verità.
Uno “Spoon River” nostrano, dove non troviamo quel falso perbenismo che impone cautele ai vivi, nel dire determinate verità, dove non è possibile frenare le parole dei morti che non possono più mentire. Uno “Spoon River” romano dove le persone disarmano le loro muraglie e si mostrano così come sono agli occhi di chi ritengono simile a loro, dove al sicuro per appartenenza castale, in ambienti umani e senza attendere faticosi trapassi.
Lucianna Argentino intreccia il proprio pensiero all’osservazione con generosa partecipazione e la descrive nel suo preambolo che non vuole essere una esplicazione, bensì una pianificazione etica dell’impresa del penetrare e lasciarsi penetrare dalle emotive vicinanze umane nei dintorni di sé e non solamente dal proprio senso interno.

Lucianna Argentino è presente su "Le vie poetiche"
ed un estratto del libro è pubblicato sullo stesso blog in forma di E-book col titolo "Nomi"



Silvio


Silvio traccia croci col dito
sui cofani impolverati delle automobili
o le disegna sulle banconote
con cui paga litri e litri di birra.
Silvio ha Dio e la birra
e mi regala fotocopie con immagini sacre,
strani disegni e simboli biblici. Silvio mi dice
che è stanco, che non ce la fa più,
che lotta con Satana
ma alla fine il bene vincerà, mi rassicura.
E voglio credergli, voglio credere
che nella sua mente ottenebrata dall’alcol
e dal troppo fumare, quell’affermazione
sia quella verità che non è rivelata ai saggi e ai potenti,
ma ai piccoli e ai disgraziati come lui.



(Il cuore di Silvio si è arreso un giorno
d'agosto del 2009. Ha aperto il pugno ha
lasciato andare il sangue, mentre la vita
tutta s'era coagulata in quello strappo a
farlo senza peso, a farlo piuma, pegno per
l'ultimo transito)




Linda


E’ grandine la voce di Linda,
aghi le sue parole mai sazie,
mentre negli occhi s’allarga in cerchi
il grido del giorno in cui non volle riconoscere
in quel corpo senza vita quello del figlio
e fuggì via urlando che non era lui.



Francesca


Francesca ha raccolto nella coppa delle mani
tutto il bianco respinto dal cielo
e tenta la notte con le mani tese
non è chiaro se a chiedere o a dare
e così esposta ha ricevuto la sua parte.
Signora Lucià, se non era per mio nipote
che mi giocava in braccio non me ne sarei accorta.
Che dolore! Mi hanno tolto il seno sinistro,
mi hanno salvata appena in tempo, mi dice
da dietro gli occhi, sotto lo sguardo
battuto dalla mareggiata, sotto i capelli giovani
ma già bianchi di resa al destino.

1 commento:

Sebastiano A. ha detto...

Più leggo questi testi, Lucianna, più mi rendo conto della loro bellezza.
Ti abbraccio.
Sebastiano