un verderame che non si cancella più
sAp
“alla liturgia della parola” mi scrive
con affetto Antonella Taravella Guarino, sulla terza di copertina di questa sua “Aderenza”.
Liturgia, termine di derivazione greca (λειτουργία) con il quale si intende “servizio
per il popolo”. Ecco come la Taravella racconta la sua parola in questo libro,
con liturgica apprensione. Sarebbe come dire - a me è capitato!-
Leggendo, si
ha la sensazione dell’ascolto, di qualcuno che esprime personali verità dettagliate e sdoganate,
narrate affinché rimangano come esperienza e lo scopo non è raccontarsi bensì di
mettere a disposizione il proprio, inteso come percorso umano, rendendolo pubblico.
(dentro ho una voragine che non ha colori/un
vuoto ridefinito dal tratteggiare nuove forme/di luce come impronte, briciola
di latte/che si s_versa dal bicchiere appena impugnato/la fame, è un corpo
senza riflesso.).
Una
dichiarazione di fallimento che lascia immaginare sì una definitività, ma intende
pure la volontà e la certa capacità di ripresa da quel senso di finitudine invadente
attraverso il passato (nuove forme di
luce come impronte).
Non c’è
ovvietà nella traccia poetica della Taravella né posizione presa, c’è, ed è
forte, la presenza della consapevolezza di una sorta di adattabilità alle
vicissitudini della vita per farle proprie, quindi combatterle dall’interno e
quel “vuoto ridefinito dal tratteggiare nuove forme”, che
dentro corrode, diventa esempio.
L’amore e la
morte appaiono temi di fondo in tutta la silloge ma, direi, che si muovono su
di un territorio definibile come delusione e perdita, status che prevedono vie
d’uscita o, quanto meno, probabili risistemazioni dell’esistere in funzione d’altro
(cerco il tempo nascosto sotto le sponde
di un verso) che non risolve del tutto ma che imprime la giusta spinta
verso soluzioni dignitose. La poesia, quindi, diventa appiglio e lungimiranza
per il rinnovamento: sarà la memoria, poi, a completare il gioco di questa vita
tutta da giocare. La mente, massima fruitrice di questa “reazione”, si propone,
allora, come restauratrice di un corpo affranto, e da lì si riparte con meno
paure e, naturalmente, un buon carico di esperienze. Ecco che il corpo diventa
il mezzo fondamentale per trascinare la poesia verso l’alto, impregnandola
della forte sensualità cresciuta dietro le quinte e che, entrando in scena, assolve
e marca ogni gesto e ogni parola (lingua e
rogo di parole/sudario di silenzi nella memoria del seno, il deserto/nella
voce, un nido, un ramo intrecciato/null’altro che una sera nella solitudine/di
un’asola senza bottone) attraverso la memoria, per una nuovo ed esteso
percorso.
Ecco in che
maniera Antonella Taravella racconta, senza sentenze, senza presunzioni, solo
con un carico d’amore perso e ritrovato dentro di lei che è poi, il motore
della sua poesia. Racconta, col gesto poetico, della vita, delle strade a volte
facili, altre, faticose e lunghe ma che sono, infine, il senso reale. Racconta
il sé universale unificando il
significato primario dell’essere, all’interno di una poesia fatta solo di vero.
il nome si trascina e si perde negli interstizi,
fra una mattonella e l’altra
fra una mattonella e l’altra
diseguale, sconcio
come una spallina giù e la carne esposta rosa
come una spallina giù e la carne esposta rosa
ed è nel tacere che gratto con il labbro il tuo
sapore,
una succursale di dolore che mi segue curva dopo
curva a capo chino, nell’amore di sale
curva a capo chino, nell’amore di sale
che torna a possedermi dagli occhi
Nails
riga il muscolo questa notte vergognosa
la pietra s’innesta nel chiodo rosso
intriso
canta la vena ingrossata, poi dalla parola
il lutto si tinge e diventa inabitato,
povero
sentendo il dorso sonnolento, sulle labbra
gelide di non credo, quando a mani tese
prendo il legno e i suoi dolori tesi
e li batto di un suono rossastro
i pensieri in fila come chiodi infermi
***
lo strascico [s]velato
di ecchimosi e odori oleati
[s]gocciola l’inverno nelle ossa,
il sapore di rame circuisce il respiro
stronca ad un passo dal verbo
un regalo la pelle, un sentiero corposo,
su e giù fra le carni
rimescoliamo le viscere
nei respiri delle mani a stringere
arriveranno con sguardi molli, ombre alla pelle sudata,
piccole gocce a rincorrersi
e poi la fiamma oblunga
sulle ore accartocciate nei letti
[s]gocciola l’inverno nelle ossa,
il sapore di rame circuisce il respiro
stronca ad un passo dal verbo
un regalo la pelle, un sentiero corposo,
su e giù fra le carni
rimescoliamo le viscere
nei respiri delle mani a stringere
arriveranno con sguardi molli, ombre alla pelle sudata,
piccole gocce a rincorrersi
e poi la fiamma oblunga
sulle ore accartocciate nei letti
***
sono in letargo e la
carne risuona in diapason
_gravida d’aria
nei muscoli bruca il languore
di un tocco fra le cosce salate
urge l’impegno sulle carni,
adesso ad onda mi svezzerò i denti
_gravida d’aria
nei muscoli bruca il languore
di un tocco fra le cosce salate
urge l’impegno sulle carni,
adesso ad onda mi svezzerò i denti
Nata a Verona nel secondo giorno
di marzo del 1977, dove risiede tutt’ora.
Nel 2009 entra a far parte delle
Edizioni Smasher prima come autrice, arrivando nel 2013 ad essere parte
integrante delle Edizioni, come Direttore di collana sia di “orme di poeti” che
di “Orme Rosse”, neonata collana editoriale che tocca l’eros poetico e
narrativo, e poi membro effettivo del Direttivo.
Nel 2012 crea Words Social Forum, sito di cultura artistica che tocca varie tipologie d’arte, di cui è
caporedattore, da cui nel marzo del 2013 battezza il collettivo WSF, che si
occuperà di eventuali eventi per convogliare tutte le arti.
Cinque le sillogi ad oggi
pubblicate:
-Gravida è la notte (Ed. Lulu
2008, autoprodotto)
-Vertigini Scomposte (Edizioni
Smasher 2009)
-Sbocciata nelle viscere
(Edizioni Smasher, 2011)
-Aderenza (Edizioni Smasher,
2012)
-La neve sulla porta (Ed.Lulu
2012, autoprodotto)
Molte le antologie dove sono
presenti suoi testi e partecipa con risultati ottimi, ad alcuni concorsi
nazionali di poesia.
Molto attiva nella partecipazione
ad eventi di poesia a livello nazionale.
la casa senza tempo
9 commenti:
se dovessi scegliere un aggettivo solo la definirei carnale. Una delle voci contemporanee che più amo Antonella, che trasforma il corpo e le sue pulsioni in uno scrigno infinito dove pescare per comprendere, per comprendersi. Come sempre Grazie all'autrice e a Sebastiano per questi regali.
Bacio a te Annamaria.
Antonella avrà modo di ringraziarti alla sua maniera-
Ciao
in primis il grazie sconfinato per le parole del padrone di casa, da quando conosco ha sempre fatto delle mie parole qualcosa che mi hanno anche aiutato a fare altro e continuare ad essere come sono.
Annamaria*
prima a poi i nostri occhi si guardertanno bene e ci leggeremo anche attraverso loro. ti abbraccio
Una poetessa davvero raffintata e matura, cosciente di sé
Conosco Antonella ormai da diverso tempo. Abbiamo scritto insieme in luoghi e tempi comuni sul web dove ci siamo spesso confrontate poeticamente. La sua ultima Poesia è una dimostrazione di quanto la sua Voce sia maturata e diventata consapevole e sicura. Il suo percorso è sempre stato travagliato, carico di sofferenza e desiderio di riscatto e oggi, sebbene le tematiche da lei predilette non siano cambiate, ravviso una maggiore determinazione del verso, una definizione più precisa del suo mondo interiore e senz'altro uno stile efficace e originale che sono la cifra di una delle autrici di poesia degli anni dieci più interessanti. Un abbraccio ad Antonella e a Sebastiano
giuseppe barreca* grazie...:*
federica galetto* è per me importante quello che hai detto. maturata. lo ammetto si ;)
Passaggi da favola. Carne che si fa verso ed il contrario. " ed è nel tacere che gratto con il labbro il tuo sapore..." " riga il muscolo questa notte vergognosa " "sulle ore accartocciate nei letti" " sono in letargo e la carne risuona in diapason ": che dire di questi versi? Nulla. Sono solo da respirare. Ciao Anto :-) Carla Aita
la crescita di antonella è stata straordinaria. e insegna a me molto.
Daniela Andreis
Sto leggendo Antonella in questi giorni, centellinandola...
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