di Sebastiano A. Patanè-Ferro

lunedì 6 maggio 2013

Due poesie di Vera D'Atri



Leggere Vera D’atri è certamente un piacevole viaggio verso un profondo quotidiano che, spesso, sfugge. Si vive giorno dopo giorno l’analisi del mondo così come lo vede questa formidabile poetessa dagli occhi vasti quanto le stagioni intere, capace di farci notare ogni piccolo particolare.
Lei, lascia scorrere il tempo davanti a se,  fermandolo in alcuni tratti dove combacia esattamente col suo stato d’animo ed è lì che si svolge la poesia, quella proveniente dalle viscere, quella che non teme i linguaggi e non si lascia ammaliare dalle ridondanze ma osserva all’interno del momento con precisa e obiettiva direzione

“Guardo la via dall’alto. Lo scorcio d’un mondo pasticciato
inadatto al compianto, ciò nonostante penso che
se qui l’estate ebbe a smentire i suoi miraggi,
questa vigilia vi ha appena trasferito
una perfetta dimostrazione di sapienza.”

bloccando un fotogramma che decifra l’intero film.
Vera d’Atri, in questa plaquette, descrive e precisa l’andamento dell’esistere attraverso il fluire del tempo in un mondo che sembra non appartenere più alla natura ma solamente all’uomo che la contamina anziché proteggerla e se ne duole senza proclami, solo con riflessioni deluse dal facile oblio.

“Ma passa di qui l’autunno
con trafitture nuove. Beato e languido
come un San Sebastiano martire.
[…]
si potrebbe dire di questo scolorire
nessuna ribellione al cuore che dimentica.”

C’è un ricordare splendidamente inserito nel racconto che appartiene a tutti e trae la sua potenza lirica proprio nell’appartenenza ad un mondo che via via s’allontana dal presente, lasciandoci sempre più passato e pochi dubbiosi dettagli per il futuro.

“Non c’era parola allora che mi dicesse il timore.”

dice, trasmettendo tutta la nostalgia di una semplicità che manca davvero.






Le orchidee rendevano la luce meno cruda.
In rigorosa ebbrezza sottraevano alla stanza
dolorose cavità.
Esistevano come un disegno, le rosee, le rigide,
le imperturbabili, ma sussurravano l’esatta successione
degli eventi come spie travestite da dignitari.
E noi ci procurammo piccoli innaffiatoi per un gioco
tanto simile al dare per avere,
in un autunno passato a licenziare tutto il resto,
ci procurammo di che resistere come un tempo
resisteva l’infanzia coi suoi vorrei
foderati d’azzurro e le astuzie per carpire chi mai
in qualche modo bisognasse far nostro
almeno nel futuro.


***


Abitai il respiro della fiamma. Gli incantesimi
di una casa di sole cento parole.
Quella casa nasceva di notte quando nominare
il giorno significava segreta vecchiezza
come chiudere a ponente in cortile,
tra randagie lanterne,
solcate da impassibile grigio, fino al limite certo.
Così, alla rinfusa, in sgomenti forzieri
ho vissuto i miei sogni braccati.
Non c’era parola allora che mi dicesse il timore.
Al mattino come in un giardino prossimo
un già visto fioriva sui vetri. La clematide
continuava a salire su fino all’imbocco del cielo
mentre c’era chi all’orizzonte spostava nuvole e ombre,
un movimento parallelo, un partir lento di navi
nella cui scia andavo fino a sera.
Sembrava, ora ricordo, il consumarsi di una vita
scoraggiata, assunta tra gli angeli ancor prima di morire.




Vera D’Atri è nata a Roma nel marzo del 1948.
Vive a Napoli dal 1992. Ha conseguito il diploma di archivista all’archivio di Stato di Napoli. Solo dopo il 1997 si interessa di scrittura e ottiene una menzione di merito al premio Lorenzo Montano diciassettesima edizione con la raccolta Abitare Sparta, cui fanno seguito una piccola silloge poetica delle Edizioni della
Biblioteca a cura di Giovanni Pugliese “Il museo di vaniglia” e nel 2009 la pubblicazione della silloge “Una data segnata per partire” edita dalla Kolibris di Bologna. All’attivo anche alcuni racconti pubblicati in antologie e un romanzo “ Buona bella brava” edito dalla Robin Edizioni nel 2010 e recensito da Enzo Rega su l’Indice dei libri. Suoi testi poetici compaiono su riviste, inserti culturali e numerosi blog. E’ presente inoltre nell’antologia “La giusta collera” edita da CFR e “Alter ego - Poeti al MANN” ed è tra i vincitori del concorso “La vita in prosa 2011” con un racconto edito nell’antologia curata da
Ivano Mugnaini e del concorso “ Scrivere a corte ” sempre del 2011. Terza classificata al premio Di Liegro 2012 sezione poesia.

I testi sono tratti da "Una tenace invadenza" Collana Exosphere Plaquettes in collaborazione con Libro Aperto Edizioni 



9 commenti:

annamaria giannini ha detto...

ci procurammo di che resistere come un tempo
resisteva l’infanzia coi suoi vorrei
foderati d’azzurro e le astuzie per carpire chi mai
in qualche modo bisognasse far nostro
almeno nel futuro.

una musicalità che si sfrange in ricordo senza perdere nemmno un grammo di luce. La potenza della semplicità,una sensazione di deja vue come se i ricordi raccontati fossero anche miei. Complimenti sentiti all'autrice e un grazie a Sebastiano per questa lettura che coccola un mattino di pioggia

Anonimo ha detto...

Che felicità queste tue parole Sebastiano! Cercherò di meritarle ancora. Grazie e grazie. E grazie anche ad Annamaria Giannini per il suo favorevole commento.

elina11 ha detto...

particolare è la parola quando osserva con maturità e pienezza
mi piace leggere Vera, scorgere minuscole (o maiuscole?) presenze e visioni
ci sono fili sotterranei tra gli istanti e lei li coglie e li rende al lettore "visibili"

elina

Federica Galetto (Nightingale) ha detto...

E' davvero una festa questa nota di lettura per la plaquette di Vera, autrice di talento e persona speciale. Grazie a Sebastiano, grazie a Vera per i suoi versi di una bellezza unica e a tutti coloro che vorranno soffermarsi e lasciare un pensiero.

Federica Galetto
Collana Exosphere Plaquettes

Unknown ha detto...

Vera D'Atri è poeta. Senza aggettivi. Senza declinazioni di genere. Abita la poesia e talvolta ci concede l'onore di essere ospitati presso di Lei.

federica sabbatini ha detto...

Grazie Sebastiano per questa lettura. Davvero proponi versi che fanno restare impigliati nelle sillabe.

Anonimo ha detto...

Versi eleganti e maturi, una bella sensibilità poetica quella di Vera che vorrò conoscere meglio.

Sebastiano trova le parole per dirne esso stesso in poesia...

Doris

Anonimo ha detto...

..interessante lo sguardo di Seb, come la voce della poetessa; un aggiunta in valore e bellezza al gioiello editoriale, un'occasione di crescita per il lettore. Grazie. a ciascuno.

AnGre

inmytimeisneed ha detto...

una voce intensa quella di vera.
una scoperta che avviene nello sfogliare delle sue parole.

per me è orgoglio essere nella stessa collana con questa profonda poetessa.
e non lo dico per piaggeria.

AT